LE PAGELLE BIANCOSCOPPIATE DI PADOVA – VIRTUS ENTELLA 2-1

FORTIN: Dicesi “AGUASSO”: brina, guazza, rugiada che nelle serate autunnali fa capolino, nelle ore notturne, bagnando e rendendo scivolose erba, piante, scarpe, savatte, mudande… E anca i guanti de Fortin. Vedi sul goal.
Vabbè, càpita, fortunatamente tira fuori un phon (prestatogli da Capelli ovviamente) e, asciugatosi per bene, torna il nostro Toni Suga-man preferito.

DIFESA: un Faedo ispirato, anzi aspirato, come il motore che spinge le sue lunghe leve: instancabili sgroppate e rincorse all’avversario di turno. A pensarci bene ci ricorda più un Ciao truccato… Ghe manca soeo do impenade! 

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Sgarbi amministra con calma (a volte forse troppa) ma ha il grande merito di farsi placcare in area urlando “ero svincolato, ho avuto un sacco di infortuni, sono fragile, ahiaaaa” facendo intenerire il VAR. Decisivo, un po’ come Perrotta che ci mette sempre lo zampino, lo zampone e il cotechino quando serve.

CENTROCAMPO: La sensazione è che il centrocampo, nel centro del campo, fatichi a centrocampizzare. Fusi regala generosità e corsa ma spara la sua cartuccia addosso al palo ricordando il miglior Kreek, soprattutto per le bestemmie in olandese. Crisetig ha il contagiri difettoso e va un po’ a rilento,
Varas gioca in un ruolo un po’ oscuro, tanto che anche lui nel primo tempo non riesce a capire da che parte andare, puntando spesso il McDonald di Corso Australia. Il mago Silva entra di fisico e regala solidità nei minuti finali, tentando di far sparire il pallone. Capelli (“Caveji marca el peà!” perla captata in tribuna) punge ma forse troppo leggerino, anche di convinzione… Dai che non ti spettini 

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Barreca alterna momenti di spolvero, con tanto di sinistro messo in morsa e finalmente con il contagiri a momenti di oscurità e introspezione, con espressioni facciali che sembrano tradire il più classico “dove casso so finío a xugare” 

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HARDER: lo chiamano principe: non per gli occhi azzurri, non per la chioma fluente bensì per il poster di Giannini della Roma che aveva in camera da bambino. Entra sfoderando il nuovo balsamo e, per celebrare l’arrivo dell’autunno, spara un’allegra castagna toma toma cacchia cacchia facendoci godere come ricci (non quelli delle castagne).
Qualità, gamba, signorilità: noi lo avevamo già capito quando ha firmato il contratto con piuma d’oca e calamaio.

ATTACCO: Beh, per Bortolussi abbiamo finito gli aggettivi. È quasi commovente quando prova a immolarsi al 111’ tipo quelli che vanno contromano in parcheggio a fine partita. La nostra Lasagna, invece, è ancora in forno. È una questione di cottura, prima o poi capiremo come portarlo a puntino rendendo “gustose” le prossime partite.

LA SQUADRA: tradisce evidenti (Paolo) Limiti, soprattutto fisici e mentali. Ma se ai primi poco puoi fare (non vorremmo sbagliare ma le diete ad anabolizzanti e proteine dovrebbero essere ancora vietate da regolamento), sono i secondi i più pericolosi, che del resto hanno bloccato la squadra, almeno fino al pareggio. Su questo possiamo e dobbiamo lavorare, con fiducia e ottimismo, perché la palla è rotonda e, soprattutto, ricordiamoci che perfino Roger Rabbit è riuscito a trombarsi Jessica Rabbit.

MISTER ANDREOLETTI: Nel giorno di San Matteo sfodera una nuova mise che, ai più, ricorda clamorosamente un pigiama: tanto sapeva che con l’Entella si potevano dormire sonni tranquilli… Seeee pare vera!!!
Ha il merito, soprattutto a fine primo tempo, di trasmettere calma e lucidità ad una squadra in evidente difficoltà di idee, camuffata però in campo dalla solita, esplosiva, rabbia schiumosa e omicida placata dal taser del suo vice. Due chicche: a fine partita, sotto la Fattori, da solo, ad applaudire i tifosi e quelle parole “senza questo pubblico non avremmo vinto”. Piacione, accattivante e seduttivo come i migliori democristiani: non sei Caneo ma ormai lo stai per superare 

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IL VAR: eravamo quattro amici al Var che, tra una birra e l’altra, si davano parecchio da fare, sempre più affezionati al Padova. La distanza sul fuorigioco di Perrotta non bastava (“delle dimensioni tipo Rocco Siffredi” cit. Elio e le storie tese), ecco spiegato il ritardo nella decisione di annullare il gol a Bortolussi. Poi il rigore per il placcaggio stile rugby su Sgarbi. Certi sgarbi in area, in effetti, meglio evitarli, ma se non li segnali diventano sgorbi.

IL GUARDALINEE: si vedeva già dall’inizio che l’incedere non era dei migliori: corsa bloccata, paura di allungare la gamba, timore di osare, qualità annegata nella fragilità, e taac… Eccoti l’infortunio muscolare. Poi abbiamo scoperto che era Baselli. #Cheavacca

IL CONTROSOFFITO CROLLATO NEL BAGNO DELLE DONNE: gettatosi a terra invocando il Var per ottenere un rigore, gli ricordano però di essere un cesso di uno stadio cesso, e siccome per fortuna nessuno si è fatto male, comunque vada sarà su un cesso (recitava così? 

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IL TIFO: carico, energico, ritmato, con tanta energia positiva, cori già mezz’ora prima dell’inizio, tribuna spesso a traino e cassa di espansione ai cori, incitamento continuo, anche e specie nei momenti più duri, zero contestazioni e invettive se non ad avversari, arbitro, Var… E veneziani. 

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Questi ragazzi, questo mister meritano aiuto, spinta, pacche sulle spalle e tanta fiducia, nonostante tutto!
AVANTI MAGICO BIANCOSCUDO 

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