Partite

Padova, è un pari amaro, tra occasioni e pericoli

I biancoscudati partono a razzo contro il Cesena, ma non riescono a segnare nelle occasioni più nitide, prestando il fianco ai romagnoli, pericolosissimi nella ripresa. Finisce 0-0, tra rimpianti e incazzature

Ph: Agenzia Fotografica Piran

Che la difficoltà del campionato 2020/21 sia decisamente superiore rispetto al torneo scorso, è cosa ormai nota. Per il Padova capolista – con la pressione costante di Perugia (con due gare in meno) e Südtirol – ogni partita diventa una finale da non sbagliare. Ed è normale che sia così, per chi ha i numeri in tasca per recitare un ruolo da protagonista al pari di concorrenti agguerrite.

La sfida interna contro il Cesena degli ex Di Gennaro e Zecca è l’ennesimo impegno delicato, per il Padova di Mandorlini già privo di Ronaldo (squalificato), di Hallfredsson e Cissé (infortunati). Il 4-3-3 di partenza presenta non poche novità. Dal ritorno di Gasbarro dal primo minuto, tanto per cominciare, a una maglia da titolare – a sorpresa – anche per lo sloveno Jelenic, che deve rimpiazzare Bifulco, KO durante il riscaldamento.

Fuochi d’artificio. Il Padova è straripante in avvio. Le occasioni sul taccuino sono addirittura tre, tutte nell’arco di pochi minuti. Curcio scalda le mani a Nardi dopo nemmeno due giri di lancette, mentre al 4′ è Chiricò (in splendida combinazione con Jelenic) a mangiarsi clamorosamente il gol del vantaggio. E ancora Saber, al 6′, su appoggio al limite dell’area, manca il centro con un tiro a botta sicura ribattuto da un difensore.

Superato lo shock iniziale, anche il Cesena si riorganizza e prova ad alzare il proprio baricentro, con palloni che transitano sempre per il numero 4 Di Gennaro, metronomo della mediana. Il primo pericolo per la difesa scudata va registrato al 22′, quando Russini si invola sulla mancina e prova a servire Bortolussi (tutto solo in area). Gasbarro ci mette una pezza in maniera provvidenziale.

Il primo tempo produce uno spettacolo decisamente gradevole, con la gara sul filo della continua tensione e numerose proteste di Saber e compagni a fronte di decisioni discutibili del direttore di gara. Di occasioni eclatanti non ne registriamo, ad eccezione di un sinistro di Chiricò (29′) fuori misura dal limite su azione personale. All’iniziativa dei biancoscudati risponderà Bortolussi al 33′, con una pericolosa incursione sulla destra ben chiusa in corner dalla retroguardia.

Secondo tempo. La ripresa comincia senza variazioni nei due schieramenti. Se i biancoscudati costruiscono sfruttando soprattutto sulle corsie laterali, al cospetto ci sono i romagnoli attenti in fase difensiva e compatti nel controllare le fonti dei principali pericoli per la squadra di Mandorlini. La quantità di palloni giocati dal centrocampo biancoscudato (Saber su tutti) è, per quantità, tra le più importanti dell’intera stagione. Quel che manca è l’ultimo passaggio in verticale, una regola applicata alla perfezione nel bruciante avvio di partita, ma reso via via inefficace dal Cesena nel prosieguo del match.

All’altezza dell’ora di gioco, Mandorlini cambia il volto ai suoi, pur con la coperta corta in panchina. Fuori Nicastro e Jelenic per Matteo Mandorlini e Santini. Il Padova è ora meno “pesante” in avanti, ma con un trequartista in più (Firenze), libero di svariare tra le linee. Al 60′, Chiricò potrebbe sfruttare meglio una buona palla servitagli dopo un break a metà campo. Il suo sinistro dalla distanza termina alle stelle. Il Cesena alza la testa (in tutti i sensi) al 64′, con un cross di Favale che attraversa tutta l’area e trova la crapa di Bortolussi, ma la sfera termina oltre la traversa. Nell’azione successiva ci prova Santini, sponda patavina, con un destro fuori misura.

I pericoli maggiori per Vannucchi e soci, vanno registrati poco dopo. Al 68′, ad esempio, quando una percussione di Zecca defilato in area di rigore culmina con un diagonale di pochissimo a lato. Un’occasione colossale capita invece sui piedi di Favale al 73′. Su calcio d’angolo a favore del Padova, i biancoscudati protestano per un fallo non ravvisato (guarda un po’…) da Cosso. Un clamoroso “cinque contro due” in contropiede vede però Favale sparare alto a tu per tu con l’estremo biancoscudato. Sospiro di sollievo.

Finale convulso. Tra continui capovolgimenti di fronte nel finale, prima Firenze non trova la porta con un destro al volo (76′), poi Chiricò in contropiede avrebbe sul sinistro un pallone invitante all’84’. La sua conclusione è debole e centrale.

Tra ripartenze e poca precisione, la gara sfila via fino ai minuti di recupero, in cui i biancoscudati si incapponiscono alla ricerca del gol da tre punti, pur dovendo stare attenti ai continui, potenziali pericoli di un Cesena sempre sul pezzo. Senza sussulti, la sfida si spegne sul punteggio di partenza. Uno 0-0 che lascia i biancoscudati con l’amaro in bocca, e con in piena vista il turno infrasettimanale di Verona prima del big match di domenica – ancora all’Euganeo – contro il Perugia. Pazienza e avanti, insomma, sempre a testa alta e contro le avversità.

Padova-Cesena 0-0

Padova (4-3-3): Vannucchi; Germano, Rossettini, Gasbarro, Curcio; Firenze (77′ Pelagatti), Saber, Della Latta; Chiricò, Nicastro (59′ Mandorlini M.), Jelenic (59′ Santini). In panchina: Dini, Vasic, Kresic, Biasci, Andelkovic, Paponi. All.: Andrea Mandorlini

Cesena (4-3-3): Nardi; Zappella (59′ Favale), Ricci, Ciofi, Longo; Collocolo, Di Gennaro (59′ Petermann), Steffè; Zecca (85′ Maddaloni), Bortolussi, Russini (71′ Sorrentino). In panchina: Benedettini, Caturano, Ardizzone, Nanni, Borello, Campagna, Capellini, Venturini. All.: Viali

Arbitro: Francesco Cosso di Reggio Calabria (Bahri-Piazzini). Quarto uomo: Giaccaglia

🟨 Saber (P), Petermann (C), Rossettini (P)
🟥 Sogliano (Direttore Sportivo, P) al 75′ per proteste

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