Amarcord

Ammoniaca, pistole… Un pomeriggio da far west.

Pensi a Castelfranco Veneto, pensi al Giorgione calcio ma, se sei tifoso del Padova, più che a partite a risultati ti verranno in mente subito 2 parole: ammoniaca e pistola.
Definirlo pomeriggio di follia, quella domenica del 13 febbraio 2000, è ancora riduttivo perché, oltre a non c’entrare nulla con il calcio, con lo sport, proprio non ebbe nulla a che vedere con la convivenza pacifica tra sapiens.
Riavvolgiamo il nastro: il Giorgione, formazione rossostellata, nasce nel lontano 1911 ed è una società con storia, tradizione e tifo; in Veneto è sempre stata una delle squadre più titolate, e nella sua storia ha toccato più volte la serie C/2 (dodici stagioni tra gli anni Ottanta e Novanta), arrivando anche ad un passo dalla C/1 nel 1997, eliminato ai playoff dal Livorno.

Nel 2000 le due squadre sono in C/2 e s’incrociano per la prima volta nella loro storia. Il Padova di Beruatto sbarca a Castelfranco ma, arrivata allo stadio, la squadra trova lo spogliatoio cosparso di ammoniaca: impossibile respirare, i ragazzi decidono quindi di cambiarsi sul pullman. E quando il capitano, Diego Bonavina, fa le sue rimostranze al giovane Raffaele Auriemma, figlio del presidente di casa, questi fa intravedere una pistola sotto alla giacca. Sul campo il Padova vince 2-0 (coi gol di Ticli e Sanna) ma a fine gara la squadra decide di non metter nemmeno piede in spogliatoio, torna a casa in pullman con la divisa ancora addosso e la partita termina nei tribunali: la testimonianza di Bonavina, del medico sociale, Augusto Brusomini e quella spontanea del ristoratore in cui pranzò il Giorgione portano alla condanna a due mesi di reclusione per Auriemma.

“A distanza di tanti anni conservo ancora un peso” ricorda Bonavina, “perché a quella pagina amara del calcio è legato il nostro fallimento sportivo. Arrivammo a Giorgione vicini ai playoff, ma il giocattolino si ruppe. Compagni e allenatore mi lasciarono da solo, persino quelli che in quei frangenti erano di fianco a me si tirarono indietro. Mi arrabbiai con Beruatto e con i compagni, e lo spogliatoio si sfasciò, portandoci a non raggiungere nemmeno i playoff. La pistola di Auriemma non riuscì a farci perdere quella partita, ma ebbe l’effetto di rovinare il nostro campionato”. Per la cronaca, nel giro di pochi mesi la gestione Auriemma fallì e il Giorgione ripartì dalla terza categoria.

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