Padovani Illustri

Sant’Antonio – Biografia… Biancoscoppiata

Il 13 giugno a Padova è festa grande: è il giorno di Sant’Antonio.

San’Antonio era un portoghese, e proprio questa sua abitudine a non pagare nei locali lo portò a essere cacciato dal suo paese, finendo a Padova. Era un frate dotato di un’arte oratoria fuori dal comune tanto che le sue abilità commerciali contribuirono a far vendere la rivista “il Messaggero di Sant’Antonio” in tutto il mondo, a conferma di quanto sapesse intortare la gente, specie le anziane, vendendo l’abbonamento decennale pagabile in cambiali e per non incorrere in casini non lasciava mai le sue generalità (da qui “il Santo senza nome”). Le sue prediche erano accattivanti ma terribilmente lunghe, una vera noce, tanto che non era cosa rara che ai fedeli venisse fame e si portassero da casa qualcosa di zuccherato da sgranocchiare (col caldo di giugno è un attimo incorrere in un calo glicemico), che poi prese il nome di “dolce di Sant’Antonio”. Il 13 giugno si sentì male e da Camposampiero, dove si trovava, decise di farsi riportare a Padova ma, a causa del traffico alla Castagnara, non arrivò in tempo e morì all’Arcella. La sua lingua è conservata nell’omonima basilica, tutt’ora incorrotta, e una ventina d’anni fa venne rubata da Felice Maniero che poi la abbandonò perché parlava di continuo.

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