Amarcord

Libero di sognare… Maci Ossari

Il 22 aprile 2002 se ne andava, in un tragico incidente stradale, Massimiliano Ossari. Nel 2009 scrivevo queste righe per Biancoscudati.net.

Libero di sognare. Era il titolo che campeggiava sulla prima pagina della rivista ‘Il Padova’, nel mese di maggio del 1996. Il Padova era in discesa libera verso la Serie B ma per il futuro una selva di giovani promesse era pronta a lasciare un segno tangibile.

Massimiliano Ossari era libero di sognare, perche per un ragazzo di appena 19 anni e’ lecito immaginare un futuro con la maglia della squadra del cuore, in massima serie, o anche in divisioni inferiori. Ce lo ricordiamo cosi’ : due occhi colmi di bontà ed umiltà, strappati alla vita il 22 aprile di sette anni fa da un tragico incidente stradale. ‘Maci’ non e’ mai stato dimenticato, da quei tifosi che sanno cosa significhi l’essere uomini prima ancora che calciatori.

Lo salutiamo, oggi, con un sorriso, rileggendo le sue parole al termine della prima stagione da professionista in una copertina dedicatagli come vetrina per futuri successi.
Ciao, ‘Maci’.

Di Marino Santi, tratto dalla rivista mensile ‘Il Padova’ – Maggio 1996

Ora sono giovani di belle speranze. Anche se in Serie A Sandreani li ha fatti debuttare solo a stagione compromessa. Tutti meno Massimiliano Ossari, l’unico ad essersi guadagnato la stima e la fiducia del tecnico biancoscudato ancora in piena stagione. Ceduto in prestito l’attaccante Gallo al Monza in novembre, Ossari, faccia da ragazzino timido ma tanta voglia di apprendere con umiltà, rimaneva il solo giovane della Primavera ad essere aggregato con continuita agli allenamenti della prima squadra. “Dei giovani e’ indubbiamente quello che si applica di piu” – raccontava in tempi non sospetti il veterano Rosa – “Segue con attenzione i nostri movimenti, chiede consigli e spiegazioni. Insomma, la volonta per fare strada e’ quella giusta“.

Impegnandosi con serietà, Massimiliano e’ arrivato al debutto in Serie A prima della fine del 1995: esattamente all’Euganeo contro il Piacenza negli ultimi venti minuti, giocando da terzino destro. “Nella formazione della Primavera, dove adottavamo la difesa a quattro in linea, ho sempre fatto il centrale” – confida il ragazzo – “il mio vero ruolo, o meglio, quello che mi piace e coinvolge di più, è di libero tradizionale. Sono juventino, da piccolo stravedevo per Platini, però ora che gioco seguo con particolare attenzione e ammirazione Baresi. Comunque spero di non essere frainteso: pur di trovare spazio mi adatto a qualsiasi soluzione!”

L’umiltà e la serietà di Ossari, però, non è stata premiata dalla buona sorte fino in fondo. Dopo aver trovato spazio sempre nei minuti finali in casa con il Napoli e collezionato una decina di panchine, una fastidiosa infiammazione alle ginocchia ha compromesso, nella parte finale del campionato, la possibilità di giocare da titolare. Tanto che Sandreani allora ha dovuto fare ricorso ad altri due debuttanti, i compagni Serao e Molinari.

“Retrocessione del Padova a parte, per me è stata indubbiamente una stagione positiva. L’unico grosso rammarico forse e’ stato proprio quello di non aver giocato da titolare, ovvero dall’inizio; ritengo si tratti indubbiamente di un altro tipo di emozione e soddisfazione. Poi con la Primavera mi sarebbe piaciuto fare piu’ strada al Torneo di Viareggio. Comunque bisogna sapersi accontentare, preparandosi per un futuro impegnativo. Ora non sono piu’ un ragazzino ed e’ giusto che faccia delle esperienze diverse nel calcio, non dovessi rientrare nei piani della società. Per giocare sono disposto anche a lasciare la mia città”.

Diciannove anni compiuti, padovano di Cartura, riconoscente ai genitori ‘che per me hanno fatto diversi sacrifici’, Ossari dopo la Serie A dovra superare un altro esame, quello di maturità per il diploma di ragioniere, che lo vedrà impegnato il prossimo mese. “Al titolo di studio tengo molto, e’ importante, voglio cautelarmi per il futuro”. Intanto, per il futuro immediato sogna un’automobile “per non dover sempre chiedere la Peugeot 205 a mia madre” e magari anche un po’ di tempo libero da trascorrere con gli inseparabili amici del paese Mario, Marco e Lorenzo, “perché l’amicizia e’ un valore importantissimo”.

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