Nati per soffrire.
Quante volte me lo sono chiesto: perché? Un quesito semplice, ad approfondire una sentenza carica di connotazioni drammatiche. Il che, quando riferito allo sport – al calcio nello specifico – può far anche inorridire. E a ragione, aggiungerei.
“Sono momenti drammatici…”, sentenziava via radio Gildo Fattori poco prima che la lotteria dei calci di rigore cominciasse sotto il diluvio di Firenze. La storica voce delle nostre domeniche alla radio “al seguito” del Padova precisava immediatamente: “Si parla naturalmente di dramma sportivo, vista la posta in palio”. Sia mai si confondano le cose davvero importanti con ciò che, alla fine, è e rimane un gioco, o na partia de baeon.
Peccato che di gioioso, il gioco del pallone, rimangano solo le briciole, quando in campo ci va il Calcio Padova. Il mio Padova, il nostro Padova, la squadra dei suoi tifosi, costretta a vivere di fasti ingialliti e impolverati, relegati agli almanacchi e ai libri di storia. Il club fondato oltre un secolo or sono, in quella Piazzetta delle Garzerie incastonata nel cuore della città, ha raccolto pochino. Gioie spesso effimere, momenti di luce accecante, in un panorama costantemente tra il grigio e il nero minaccioso, soprattutto in epoca moderna.
Siamo nati per soffrire, ma proprio dalle sfide più dure, dalle salite più ripide, sono nate, nascono, e nasceranno ancora, le imprese più belle. Quelle che – di tanto in tanto – si preparano in sordina, e poi spaccano il cielo in due e lo colorano di biancoscudato, disegnando sogni che fanno battere il cuore a velocità triplicata.
Nati per soffrire. E imprigionati da una fede incrollabile. Una di quelle catene impossibili da spezzare. Puoi provarci finchè vuoi, e magari per qualche giorno, settimana, oppure mese (per i più tenaci e fortunati) riuscirai anche a levarti di torno quel pensiero martellante, a tratti asfissiante. Magari sarai anche in grado di smettere di leggere le notizie, approfondire tra le pagine dei tifosi nelle community online, bloccando ogni fonte di distrazione.
Al calcio d’inizio di una partita proverai di nuovo quella sensazione di prurito allo stomaco, quel tremore che l’attesa e la tensione produrranno tra le viscere. Arrivando a far vibrare il cuore – fino ad allora al suo posto, tranquillo nello svolgere il proprio compito – quel tanto in più.
Quel tanto che basta a ricordarti che il biancoscudo fa parte di te. E sarà li a tormentarti, fino alla fine dei giorni. Con pregi e difetti, non ti tradirà mai.
E quando vincerà, sarà come toccare il cielo. Un cielo biancoscudato.
13 Aprile 2025, Trieste
16 Febbraio 2025, Vicenza
13 Giugno 2022, Palermo
17 Giugno 2021, Alessandria
18 Aprile 2018, Fermo
19 Aprile 2015, Legnago
15 Luglio 2014, Padova
12 Giugno 2011, Novara
12 Giugno 2010, Trieste
21 Giugno 2009, Busto Arsizio
30 Maggio 1999, Padova
10 Giugno 1995, Firenze
15 Giugno 1994, Cremona
13 Giugno 1993, Padova
16 Giugno 1991, Lucca
13 Giugno 1980, Verona
(E poi tutte le altre, perché la storia sarà sempre da scrivere, passo dopo passo…)