Editoriali

Ora basta: non ci stiamo divertendo

Siamo su “Scherzi a parte”?

Ce lo chiediamo perché, fosse questo il caso, non ci stiamo divertendo, anzi. Dicono che il tempo lenisca incazzature e sofferenze: qui a Padova, invece, avviene il contrario perché passano i giorni e, a qualche giorno dalla sberla dell’Euganeo e dall’eliminazione con doppia sconfitta contro il Vicenza, emergono nauseabondi particolari, voci, messaggi, che vanno a comporre la grottesca cornice all’ennesima stagione buttata nel cesso (no, non parliamo dell’Euganeo) per il Biancoscudo.

Non bastassero l’insofferenza palesata dopo la gara di sabato scorso nei confronti del Direttore Sportivo Mirabelli dalla pressochè totalità dello stadio o il comunicato al veleno da parte degli Ultras biancoscudati con – a corollario – anche la consueta girandola di commenti a mezzo stampa e social, cosa si scopre? Beh, si vocifera che a un paio d’ore dal fischio finale dell’Euganeo un semplice messaggio di congedo per la fine della stagione abbia annunciato alla squadra il definitivo rompete le righe.

Magari non è “Scherzi a parte” , forse è “Chi l’ha visto?”

Nulla di strano, se non che lunedì mattina alla Guizza si sono visti i giocatori della rosa, accorsi a recuperare effetti personali e scarpini dagli armadietti, in… totale solitudine e tra lo sbigottimento generale. Già, perché del Calcio Padova, del suo stato maggiore, nemmeno l’ombra. Non c’era il Presidente Peghin (l’ultimo dei responsabili da sbattere sul banco degli imputati, per quanto ci riguarda), non c’era Massimiliano Mirabelli, non c’era Alessandra Bianchi, tanto meno Mister Oddo. Puff! Spariti nel nulla. Cose che, onestamente, nemmeno in una squadra di amatori…

Ditecelo: state scherzando? Perché a questo punto non sorprende che il parallelo con la gestione Penocchio sia presto fatto, quando all’ultimo allenamento di quel funesto 2014 – sottolineava il direttore di PadovaOggi Ivan Grozny Compasso a Tutti in Campo Spogliatoi di Lunedì sera – “non c’erano gli ultimi quattro stipendi ma almeno c’era la dirigenza intera”.

E se non fosse un programma ma un film? Optiamo per “il Silenzio dei Prosciutti”

Una parodia che di comico ha poco ma di silenzi tanti. Perché nessuno si degna di due parole, due righe, una mail, un piccione viaggiatore! Lo sciopero della parola…

Ci piacerebbe poter serenamente discutere di questo o di quel calciatore, di chi ha reso al meglio e di chi ha deluso. Ci piacerebbe poter parlare di 3-5-2, di 4-3-3, di Torrente, di Oddo, di Toscano o chi siederà sulla panchina domani. La realtà é che – oggi, con urgenza – i temi da affrontare sono ben altri. Ci sono un club e una storia ancora una volta calpestati da chi, serenamente, non si cura minimamente di portarvi il rispetto dovuto.

Ci sono i tifosi, giustamente sul piede di guerra, con il vomito all’altezza della gola per dover mettere piede nello schifo dell’Euganeo una volta in più per “godere” di certi spettacoli (politico-architettonici, oltre che sportivi sportivi). Tifosi esausti, va detto, a fronte di indifendibili teatrini società-comune-imprenditoria che sembrano giocare a briscola tra una ripicca e l’altra, come all’asilo.

Ci sono dipendenti della società, la cosidetta leadership, che se senso del dovere e professionalità fossero valori reali avrebbero già rassegnato le dimissioni e quanto meno chiesto scusa per aver fallito su molti fronti, quello della comunicazione in cima alla lista.

C’è un proprietario, Mr Joseph Oughourlian che, in quanto azionista di maggioranza del Calcio Padova S.p.a., ad oggi ha perso parecchio del credito concesso in cinque anni di tentativi andati a vuoto.

E a questo punto – dopo quasi una settimana di assordante silenzio – dovrebbe fare la cortesia di dire chiaramente da che parte dobbiamo stare. Dipendesse da noi, la risposta sarebbe una soltanto: rilanciare seriamente e con scelte vincenti. Licenziando per giusta causa gli assenteisti che, lautamente retribuiti, giocano a nascondino.

Il tempo dei silenzi e dei “vedremo” è finito da un po’. Ora servono risposte, e in fretta, in un senso o nell’altro. Grazie.

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